AIR Lombardia 2019: attenti allo specchietto per le allodole
Nel nuovo AIR per i medici che aderiscono alla presa in carico dei pazienti cronici secondo il modello voluto dalla Regione sono previsti 15 € per la compilazione del PAI e il pagamento di alcune prestazioni contenute nel PAI eseguite a favore dei propri assistiti.
MA QUESTE PRESTAZIONI VERANNO RETRIBUITE SOLO “in presenza sia dei requisiti strutturali, tecnologici e di appropriatezza degli spazi che dei requisiti professionali dell’operatore così come previste dalla normativa vigente in materia alle quali le indicazioni di cui all’allegato B) – Sub Allegato 7 della D.G.R. n. X/2989 del 23/12/2014 non possono comunque derogare” (vedi allegato alla presente mail).
In altri termini per poter eseguire le prestazioni previste nell’AIR bisognerà essere in possesso dei requisiti previsti per l’accreditamento, sia per quanto riguarda i locali che per quanto attiene alla dotazione strumentale e ai requisiti professionali dell’operatore.
Quanti medici di famiglia hanno la possibilità di soddisfare i suddetti requisiti ?
Inoltre per queste prestazioni non esiste un tariffario, verranno retribuite in base ad un meccanismo previsto in una specifica delibera regionale. Nello scorso anno per la prestazione peggio remunerata la Regione ha pagato agli erogatori 17.50 €; a specifica domanda posta durante il confronto con la parte pubblica in Comitato Regionale sull’introito medio per prestazione per medico è stato risposto che 30 € può essere una cifra attendibile.
E allora proviamo a fare quattro conti.
Esiste il fondato sospetto che il medico che eseguirà queste prestazioni sarà soggetto al pagamento dell’IRAP.
Le prestazioni saranno soggette a decurtazione IRPEF del 43%, a cui va aggiunta la percentuale relativa di ENPAM.
Per avere un introito dalla prestazioni previste nel PAI pari a 8.000 €, dovranno essere effettuate circa 270 prestazioni in un anno (8000/30), quindi più di una prestazione per giornata lavorativa.
IRPEF 3440, IRAP 4000 ca + spese per fattori di produzione (acquisto di strumentazione specifica ammortizzabile in 4 anni con conseguente anticipo di spesa, materiale di consumo).
Per avere un vantaggio economico bisognerà effettuare più di una prestazione per giornata lavorativa, in caso contrario o si lavorerà di più per avere in tasca gli stessi soldi o si lavorerà in perdita.
A questo punto, con le idee spero più chiare, ognuno di voi si regoli come meglio crede.
AIR 2019: i provvedimenti per la Continuità Assistenziale
Per la Continuità Assistenziale nell'AIR 2019 vi sono alcune importanti novità:
- AGGREGAZIONI FUNZIONALI TERRITORIALI (AFT)
Entro il 30 giugno 2019 sarà presentato in Comitato Regionale il modello organizzativo che sarà sperimentato su tutto il territorio regionale. Questo modello deve prevedere l’integrazione del medico di CA nell’attività delle Cure Primarie attraverso “una relazione strutturata di quest’ultimo con i medici di Assistenza Primaria”.
Il SIMET ha presentato una proposta di modello organizzativo che prevede per il medico di CA un incremento orario del suo incarico per mezzo di attività diurna svolta nell’AFT, in raccordo con il medico di Assistenza Primaria.
Una svolta epocale, che da una parte consentirà di garantire l’effettiva continuità dell’assistenza al cittadino, dall’altra porrà fine all’isolamento del medico di CA a cui verrebbe riconosciuta pari dignità rispetto al medico di assistenza primaria ed un’adeguata remunerazione. Altro elemento estremamente vantaggioso sarà rappresentato dal fatto di avere un uguale utenza notturna e diurna, con evidente beneficio in termini di sicurezza dell’intervento medico ma anche per la salvaguardia della propria persona.
Da sottolineare che nel Comitato Aziendale del 10 aprile u.s. il nuovo DG, la dr.ssa Mara Azzi, ha dichiarato la sua disponibilità a sperimentare le AFT nel territorio pavese.
- INCREMENTO ORARIO DI 1 € PER ASSIATENZA AI RESIDENTI FUORI AMBITO
A seguito di un procedimento della Corte dei Conti che rileva elementi di illegittimità nel sopra citato provvedimento, in attesa di un pronunciamento definito della Corte atteso entra la fine dell’anno, a far data dall’adozione della delibera di approvazione dell’AIR l’incremento orario verrà sospeso. Nelle ATS in cui in questi mesi l’incentivo non è stato erogato, sarà recuperato quanto prima dai medici interessati.
- INFORMATIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Questo progetto prevede che il medico di CA inserisca nel FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico) del cittadino l’allegato M.
Gli oneri per la messa in esercizio delle postazioni saranno a carico delle ATS; per ogni medico di CA è invece prevista, a far data dall’adozione della delibera di approvazione dell’AIR, una indennità di 77.47 € mensili per la produzione di almeno il 70% degli allegati M in formato elettronico.
L’indennità sarà in ogni caso erogata se il mancato raggiungimento dell’obiettivo non sarà imputabile al medico.
Gli eventuali residui del fondo saranno destinati a valorizzare i medici in relazione al numero complessivo di allegati M pubblicati, fatto salvo il livello di raggiungimento individuale previsto. Si prevede detto agamento entro il mese di aprile 2020..
- ACCESSO NELLE POSTAZIONI DURANTE LE ORE NOTTURNE
L’accesso sarà consentito solo fino alle 23.30. Dalle 23.30 alle 8.00 sarà facoltà del medico, se lo riterrà opportuno dopo consulenza telefonica, consentire l’accesso alla postazione per le prestazioni del caso.
- PROGETTO DI SVILUPPO DELLA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Entro il mese di giugno 2019 sarà avviato un tavolo tecnico che avrà il compito di definire il ruolo del medico di CA nelle Cure Primarie. L’impegno di INTESA SINDACALE è che in questo tavolo si affronti e si risolva una volta per tutte il tema della sicurezza ambulatoriale e domiciliare con provvedimenti che non siano un mero enunciato di buone intenzioni.
Infatti, già nell’AIR del 2007, era stato dato mandato alle allora ASL di garantire la sicurezza dei medici ma senza prevedere nessun finanziamento dedicato, cosicché quella voce dell’AIR è rimasta lettera morta.
Firmato l'Accordo Integrativo Regionale Lombardo valido per l'anno 2019
E’ stato sottoscritto dalle OO.SS. della medicina generale della Lombardia l’Accordo Integrativo Regionale 2019.
Si è concordato di prorogare l’AIR 2018 per il 2019 nella parte economica e normativa, con le modifiche/integrazioni di seguito descritte.
1) GOVERNO CLINICO
Sarà possibile scegliere l’adesione ad uno dei tre seguenti progetti
a) Presa in carico dei pazienti cronici propri assistiti. In estrema sintesi: PAI a 15 €, possibilità di erogare le seguenti prestazioni se comprese nei PAI:
ECG, Monitoraggio continuo (24 H) della pressione arteriosa, Spirometria Semplice, Ecografia addome superiore, Ecografia addome inferiore, Ecografia addome completo, Eco(color) dopplergrafia degli arti superiori o inferiori o distrettuale, Arteriosa o Venosa; Eco(color) dopplergrafia TSA; Esame del Fundus oculi; Esami ematochimici eseguiti con metodologia POCT (Point Of Care Testing), secondo quanto normato dal DDG n. 252 del 21/1/2013: Colesterolo HDL; Colesterolo Totale; Creatinina; Glucosio; Hb - Emoglobina Glicata; Potassio; Sodio; Trigliceridi; Urato; Tempo di Protrombina (PT); Tempo di Trombina (TT); Tempo di Tromboplastina Parziale (PTT); Alanina Aminotransferasi (ALT) (GPT); Gamma Glutamil Transpeptidasi (gamma GT).
La Regione continua a cercare di blandire i medici per convincerli ad aderire alla fallimentare riforma della cronicità. Questo atteggiamento è la conseguenza del comportamento del TAR della Lombardia che continua a rimandare la data dell’udienza del ricorso presentato dal SIMET, SMI, UMI, SNAMI PV (lo SNAMI Regionale nel corso dell’ultima udienza ha comunicato la sua mancanza di interesse alla prosecuzione del procedimento).
INTESA SINDACALE, di cui il SIMET fa parte, apporrà firma tecnica all’AIR con nota a verbale in cui sarà sottolineato per l’ennesima volta la violazione dell’ACN da parte della Regione e il comportamento discriminatorio perpetuato nei confronti dei medici non aderenti alla riforma, il SIMET infatti non ha nessuna intenzione di interrompere l’azione giudiziaria che, al contrario, sarà portata avanti, se necessario, in tutte le sedi competenti e per tutti i gradi di giudizio.
Per quanto riguarda le prestazioni comprese nel PAI, bisognerà inoltre vedere se la loro esecuzione comporterà il pagamento dell’IRAP: se così fosse, per guadagnare gli stessi soldi lavorando di più, bisognerà erogare ai propri pazienti cronici in un anno almeno 300 prestazioni, pari ad un incasso di circa 9.000 €.
b) Partecipazione all’offerta vaccinale. Il progetto prevede, per il raggiungimento del risultato, che ci sia un incremento del 20% rispetto all’anno precedente dei vaccinati di età >= a 65 anni, a livello aziendale.
Nella sua prima stesura l’obiettivo da raggiungere per il singolo medico era la vaccinazione del 75% dei propri assistiti con età >= a 65 aa, ma questa percentuale era stata rigettata da tutte le OO.SS.
Nella seconda stesura l’obiettivo da individuale era diventato aziendale perchè, secondo quanto riferito dal DG Sanità della Lombardia dr Caiazzo, il Presidente Regionale SNAMI nonché presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, avrebbe intravisto nell’obiettivo individuale una violazione deontologica.
La Regione aveva quindi proposto per il raggiungimento dell’obiettivo la vaccinazione a livello aziendale del 60% di tutti i cittadini con età >= a 65 anni, senza valutare l’apporto al risultato finale del singolo medico. In altre parole: qualora si fosse raggiunto il 60% su base aziendale tutti avrebbero raggiunto l’obiettivo, se al contrario a vaccinarsi fosse stata una percentuale inferiore al 60% nessuno avrebbe ottenuto i 3.08 €/assistito del governo clinico.
Questa formulazione era una vera FOLLIA, e solo dopo una estenuante trattativa si è arrivati alla versione finale che prevede per il raggiungimento dell’obiettivo un incremento, rispetto all’anno precedente, della vaccinazione del 20% degli assistiti con età >= a 65 anni su base aziendale, ma “con valutazione della partecipazione attiva del singolo al raggiungimento dell’obiettivo aziendale”.
E’ stata introdotta una clausola di salvaguardia che tutelerà i medici in caso di impossibilità a reperire un numero adeguato di vaccini; inoltre nel computo totale degli assistiti vaccinati andranno conteggiati anche quelli che aderiscono alla campagna vaccinale tramite canali alternativi, documentabili, al medico di famiglia.
c) Partecipazione ai programmi di screening oncologici. Il progetto si intende raggiunto a fronte dell’invito ad aderire ad almeno l’80% delle persone non aderenti e ad un incremento complessivo dell’adesione alle tre linee (se presenti) di screening a livello aziendale “di almeno il 5% dei propri assistiti e/o degli assistiti dei medici partecipanti alla presente linea progettuale”.
In questo progetto, analogamente a quanto previsto per quello precedente, nella percentuale del 5% saranno comprese le segnalazioni di avvenuta effettuazione della prestazione in un ambito non a carico del SSR.
2) AGGREGAZIONI FUNZIONALI TERRITORIALI
Entro il 30 giugno 2019 sarà presentato in Comitato Regionale il modello organizzativo che sarà sperimentato su tutto il territorio regionale. Questo modello deve prevedere l’integrazione del medico di CA nell’attività delle Cure Primarie attraverso “una relazione strutturata di quest’ultimo con i medici di Assistenza Primaria”.
Il SIMET ha presentato una proposta di modello organizzativo che prevede per il medico di CA un incremento orario del suo incarico per mezzo di attività diurna svolta nell’AFT, in raccordo con il medico di Assistenza Primaria.
Una svolta epocale, che da una parte consentirà di garantire l’effettiva continuità dell’assistenza al cittadino, dall’altra porrà fine all’isolamento del medico di CA a cui verrebbe riconosciuta pari dignità rispetto al medico di assistenza primaria ed un’adeguata remunerazione.
Nel modello proposto dal SIMET le due figure professionali, medici di CA e di AP, hanno pari dignità ma funzioni diverse ed integrate che consentiranno al medico di AP di poter svolgere meglio la sua attività e al medico di CA di acquisire esperienza e competenza attraverso l’azione di tutoraggio svolto dal medico di AP.
3) IMPLEMENTAZIONE INDENNITA’ PER NUOVE MEDICINE DI GRUPPO E PERSONALE DI STUDIO
Saranno approvate le richieste presentate nel corso del periodo 2015-2017 di attivazione di forme associative di gruppo e di rete e le richieste di indennità per assunzione di collaboratore di studio ed infermiere.
Saranno approvate le richieste di indennità per assunzione di personale di studio e infermiere già attive nel 2018 ovvero così come da rilevazione di ogni singola ATS già inviata alle competenti strutture regionali.
Eventuali risorse emergenti a partire dal 1 gennaio 2019 dovranno essere impegnate prioritariamente nel riconoscimento delle forme associative di gruppo, fatta salva la tutela di particolari situazioni orogeografiche valutate a livello di ATS.
Conclusioni:
la presenza al tavolo di trattativa regionale di INTESA SINDACALE ha permesso
- di evidenziare, correggere e migliorare molte parti dell’accordo;
- di promuovere e sostenere in modo deciso e determinante la nascita delle AFT, che riteniamo lo strumento da contrapporre alla cooperative per la presa in carico della cronicità;
- di tutelare anche la figura del medico singolo nel meccanismo di assegnazione delle risorse regionali.
Per quanto riguarda il GOVERNO CLINICO abbiamo espresso, insieme allo SMI, la nostra più totale opposizione al primo progetto e siamo riusciti a fare modificare significativamente i restanti due.
Rinnovo ACN. Incontro alla SISAC del 14 marzo: nulla di fatto
La riunione di ieri in SISAC, relativa al rinnovo dell' Accordo collettivo nazionale della medicina generale, si è interrotta al momento della discussione sulle cifre messe a disposizione, incompatibili con le richieste dei sindacati coinvolti e al massimo congrue per l'indennità contrattuale del 2018. In attesa di ridefizione dei reali finanziamenti per la trattativa, tutti gli incontri in programma sono da aggiornare.
A proposito dei "camici grigi" ....
Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare dei cosiddetti “camici grigi”, e cioè di quei medici che da anni lavorano nel SSN nel servizio di Continuità Assistenziale privi dell’attestato di formazione; medici che in questi anni hanno permesso la sopravvivenza del servizio stesso garantendo standard qualitativi di assoluta eccellenza.
Questi colleghi sono preoccupati per quanto contenuto nell’articolo 15, comma 6, dell’ACN di giugno 2018 in cui è stato stabilito che i medici iscritti al corso di formazione abbiano, contrariamente a quanto previsto nel precedente ACN, la precedenza nell’assegnazione degli incarichi di sostituzione nei confronti dei medici con abilitazione professione acquisita dopo il 1994.
Dalle dichiarazioni girate sul web mi pare che il problema, esistente e serio, sia stato però molto ingigantito.
Infatti l’incarico di sostituzione, sulla base del comma 4 dell’articolo 70, può essere conferito solo dopo che un medico con incarico a tempo determinato o indeterminato, si assenti per un periodo superiore a 9 giorni.
La norma quindi non riguarda l’assegnazione degli incarichi temporanei di durata che potrebbe anche essere annuale.
A riprova della bontà della suddetta interpretazione basta leggere quanto proposto, con la sola opposizione del SIMET e della CGIL Medici, per ben 2 volte dalla Regione Lombardia nel Comitato Regionale per la medicina generale su probabile input di qualcuno per il momento non ancora dichiaratosi:
ATTUAZIONE ACN 21 GIUGNO 2018 – pubblicazione ambiti carenti e graduatorie aziendali
…… Con riferimento all’art. 15 comma 6 dell’ACN, le ATS dovranno pubblicare avviso per graduatorie aziendali entro il 15 febbraio (a partire dal 2020) al fine di disporre della graduatoria aziendale entro la data di pubblicazione degli ambiti carenti. La graduatoria aziendale ha validità annuale.
Le parti concordano che qualora la graduatoria aziendale così come disciplinata al comma 6 dell’art. 15 dell’ACN non fosse sufficiente ad esaurire le necessità aziendali di incarichi provvisori, a tempo determinato CA o di sostituzione, le ATS possono ricorrere ai medici di cui ai commi c), d) ed e) secondo il medesimo ordine di priorità anche per il conferimento di incarichi provvisori o a tempo determinato CA.
Questo si che è un articolo che qualora fosse approvato sarebbe di una gravità assoluta.
Il SIMET, organizzazione sindacale componente di Intesa Sindacale, attenta da tempi non sospetti alla situazione occupazionale dei “camici grigi”, nel mese di settembre 2018 aveva presentato al ministro Grillo la proposta di legge allegata.
Il nostro ragionamento è molto semplice: questi colleghi bloccati nell’imbuto formativo, non solo hanno diritto ad accedere alla formazione, ma nei casi in cui sono rimasti incastrati per un elevato numero di anni, si badi bene non per libera scelta ma per carenze del sistema, hanno tutto il diritto di accedere rapidamente alla convenzione.
E per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco, ribadiamo la posizione solare del SIMET sul corso di formazione: il corso deve diventare una specialità universitaria e i medici che lo frequentano devono essere retribuiti con una borsa uguale a quella degli altri specializzandi.
Chi si oppone a questa proposta sono coloro che in nome della specificità del corso in realtà difendono il proprio orticello fatto di compensi economici e di prestigio professionale; sono quelli che usano il corso come terreno fertile dove reclutare giovani medici che sono retribuiti con una borsa da fame blandendoli con benefit e proponendo negli accordi, nazionali o regionali che siano, una serie di misure che anziché garantire diritti propongono privilegi a favore di una parte della categoria sull’altra.
Il SIMET, come già successo in passato, non rimarrà a guardare inerte tutto ciò.
Se non riusciremo nelle sedi istituzionali ad evitare questa grave ingiustizia, le nostre ragioni, convinti di essere nel giusto, le faremo valere nei tribunali.
Antonio Sabato
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