Sottoscritta alla SISAC la preintesa dell'ACN che consente di ottenere il recupero degli arretrati
Il comunicato dell'intersindacale al termine dell'incontro del 1 marzo 2018 in SISAC:
" Si è svolto il 1° marzo il previsto incontro tra sindacati della medicina generale e Sisac per il rinnovo dell’Acn, riguardante oltre 70.000 medici di medicina generale. L’unità della categoria ha permesso di porre le basi per la sottoscrizione, nel breve, di un accordo che permetta il recupero degli arretrati, che la categoria aspetta da anni (circa 300 milioni di euro). In presenza del recupero degli arretrati non sono stati previsti compiti aggiuntivi. Di particolare rilievo la semplificazione e la velocizzazione dell’accesso alla professione per l’inserimento dei giovani colleghi. Un obiettivo comune maggiore sicurezza per le guardie mediche e maggiori tutele per le colleghe in gravidanza. Le organizzazioni sindacali ritengono improrogabile l’aumento complessivo delle borse di studio per il Corso di formazione specifica in medicina generale. Stralciata la parte riguardante l’aumento del massimale e la medicina penitenziaria. Demandati a successivi approfondimenti gli altri punti proposti dalla Sisac, tra l’altro l’emergenza territoriale"
Cronicità Lombardia: il Simet d'accordo con Slow Medicine
La lettera del segretario regionale del Simet dr Giancarlo Testaquatra a QS del 12 febbraio 2018:
"Gentile direttore,
ci ha colpito ed incoraggiato la argomentata lettera del dottor Antonio Bonaldi (allegata), presidente di Slow Medicine, sulla gestione delle cronicità in Lombardia. Ci appare corretta la valutazione di Slow Medicine dei rischi di questa riforma: “prima di tutto perché pregiudica la continuità delle cure e il rapporto di fiducia medico/paziente e in secondo luogo perché minaccia la sopravvivenza del servizio sanitario pubblico”.
Ancora ci piace citare Bonaldi per quanto riguarda il piano organizzativo della riforma: “la proposta, oltre ad essere oltremodo macchinosa, rappresenta una vera e propria minaccia per la sopravvivenza del servizio sanitario pubblico. Essa, infatti, sottrae al medico curante uno dei suoi compiti più importanti e introduce la possibilità di affidare a gestori privati la cura di un grandissimo numero di pazienti affetti da patologie croniche (oltre 3 milioni in Lombardia). Un’occasione ghiotta che molti imprenditori, attenti al profitto più che ai bisogni di salute, non si lasceranno certo sfuggire”.
Noi stessi, che da mesi ci battiamo anche con altre organizzazioni sindacali affinché questa riforma calata dall’alto non danneggi i pazienti, non avremmo saputo esprimerci meglio.
Inoltre segnaliamo l’importanza del fatto che la maggior parte dei Medici di Medicina Generale (almeno il 60%) non abbia aderito alla riforma e che lo scorso dicembre il Consiglio di Stato, accogliendo l’appello, ha invitato il Tar Lombardia ad esprimersi nel merito in tempi brevi. Questa nostra azione continua di contrasto alla imbarazzante e pericolosa riforma è stata ed è indispensabile e darà i suoi frutti.
Con l’impegno e la partecipazione di tanti questa stagione di pseudopolitica arrogante e sorda finirà e i Medici di Medicina Generale potranno “ridiventare protagonisti del loro futuro proponendo un progetto alternativo, concreto e fattibile”.
Giancarlo Testaquatra
Segretario Regionale Lombardia Simet - Sindacato Italiano Medici del Territorio
SIMET sottopone al giudizio del TAR Lombardia anche la delibera X-7655 del 28 dicembre 2017 e il paragrafo “REMUNERAZIONE PAI” dell’AIR per la Medicina Generale del 2018
Qualcuno ci ha definiti oltranzisti, privi di pragmatismo, incaponiti su una posizione sterile che cozza con l’arte del fare sindacato, addirittura hanno accostato la nostra politica sindacale all’agire di Don Chisciotte.
Noi ci riteniamo semplicemente coerenti.
Siamo convinti di vivere e lavorare in Italia e non nella Repubblica Autonoma Lombarda e, di conseguenza, riteniamo che le leggi dello Stato Italiano debbano essere rispettate sempre, senza se e senza ma, da tutti ed in particolare da chi temporaneamente occupa le Istituzioni Regionali.
Noi sosteniamo nel nostro ricorso che Regione Lombardia abbia applicato la legge 23/2015 invadendo territori che non sono di sua competenza ed in questo modo violando l’art. 117, III comma, della Costituzione.
Apprendiamo con soddisfazione che anche il Governo se n’è finalmente reso conto ed ha impugnato alla Corte Costituzionale la riforma della sanità lombarda del 2015 ove introduce una «autonomia progressiva» per i medici specializzandi negli ospedali. Secondo il Consiglio dei Ministri l’art. 34 “contrasterebbe con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di professioni e tutela della salute, e violerebbe l'articolo 117, III comma, della Costituzione (competenze delle regioni) oltre che i principi di ragionevolezza (art 3, offerta di prestazioni coerenti con le finalità di cure "uguali" a tutti i cittadini) e buon andamento della pubblica amministrazione (art 97)”.
L’evidente strabismo del Governo Italiano, che a suo tempo non ha visto nelle delibere impugnate dal Simet le stesse violazioni cha ha invece visto oggi con riferimento all’articolo 34, probabilmente ha delle motivazioni politiche che non intendiamo approfondire in questo articolo, ci limitiamo semplicemente ad affermare che Paolo Gentiloni non è uomo da compromessi al servizio del proprio interesse politico ma Uomo delle Istituzioni al servizio dello Stato.
Insieme alle delibere regionali sulla cronicità, abbiamo deciso di impugnare anche il paragrafo dell’AIR 2018 “REMUNERAZIONE PAI”.
Ogni legge, per trovare compiuta applicazione, necessita dei decreti attuativi; in Regione Lombardia le delibere sulla cronicità rappresentano il mezzo con cui applicare parte della legge 23/2015.
Contrariamente a quanto sostenuto da altri, noi riteniamo che nel sopra citato paragrafo, e più precisamente quando si precisa che “per ogni PAI eseguito, …., nel contesto e con le modalità del modello organizzativo regionale di presa in carico del paziente cronico e fragile adottato in attuazione dell’articolo 9 della legge regionale sperimentale 2/2015 e validato dall’ATS di riferimento" ci siano chiari ed inequivocabili riferimenti alle delibere impugnate davanti al TAR (e questo è il motivo per cui il PAI sarà pagato solo ai medici gestori e co-gestori).
La nostra non è solo una battaglia per la difesa del ruolo e delle funzioni del medico di medicina generale ma anche, e soprattutto, una battaglia in difesa del principio di legalità senza il quale parlare di democrazia non ha nessun senso.
AIR 2018: facciamo chiarezza
Poichè giungono ai medici di famiglia, tramite mail e/o comunicati web, ingannevoli ricostruzioni dei fatti accaduti nel Comitato Regionale del 24 gennaio 2018 e fantasiose possibilità di guadagno contenute nell'accordo per tutti i medici di famiglia che si rendono disponibili a redigere il PAI, sono doverose alcune precisazioni.
1) E' VERO CHE LO SNAMI HA FIRMATO L'AIR PER POTER PARTECIPARE AI TAVOLI AZIENDALI ?
All’inizio della trattativa era stato chiarito dalla parte pubblica che l’AIR, per essere valido e attuativo, doveva essere sostenuto da una maggioranza assoluta di deleghe sindacali.
Né lo SNAMI né la FIMMG hanno la maggioranza assoluta delle deleghe per cui la sottoscrizione dell’accordo da parte di uno di questi due sindacati non sarebbe stata sufficiente a rendere valido l’AIR.
In assenza del nuovo AIR la partecipazione ai tavoli aziendali era garantita alle OO.SS firmatarie dell’AIR 2016-2017, tra cui lo SNAMI.
Lo SNAMI quindi non ha sottoscritto l’accordo per necessità ma per deliberata scelta.
D'altra parte Il DG Welfare dr Daverio ha precisato all’inizio della seduta che era giunta in assessorato una proposta congiunta SNAMI-FIMMG e che tale proposta era accoglibile dalla parte pubblica. E' evidente che se un sindacato presenta una proposta significa che ne sostiene il contenuto ed è altrettanto logico che poi la sottoscriva.
A seguito della sottoscrizione dell’AIR di SNAMI e FIMMG l’accordo è valido, quindi chi non lo ha sottoscritto (INTESA SINDACALE e SMI) non può partecipare ai tavoli di trattativa aziendale. Sono queste due OO.SS., essendo attuativo l’AIR, ad essere costrette ad apporre la cosiddetta “firma tecnica” sia per continuare a rappresentare i propri iscritti sia per tutelare la maggioranza dei medici lombardi che non hanno aderito alla riforma.
3) QUALI MEDICI RICEVERANNO 10 € PER LA COMPILAZIONE DEL PAI ?
Nel paragrafo “REMUNERAZIONE DEL PAI” sono previsti 10 € per gli estensori del PAI “nel contesto e con le modalità del modello organizzativo regionale di presa in carico del paziente cronico e fragile adottato in attuazione dell’articolo 9 della Legge Regionale 23/2015 e validato dall’ATS di riferimento”. E’ evidente che i destinatari di questa quota sono gli estensori del PAI che hanno aderito alla riforma lombarda. La questione è stata chiarita anche dal DG dr Daverio che ha precisato che i medici non aderenti alla riforma non sono compresi in questa voce di spesa. Un'ulteriore conferma arriva dalla stessa FIMMG firmataria dell'accordo: “Siamo riusciti a portare all’interno del rapporto di convenzione tra Asl e medici il pagamento di una prestazione che è precipua del piano assistenziale individuale. Almeno per i colleghi che sono cogestori o gestori della presa in carico della patologia cronica”, ha dichiarato Fiorenzo Corti su QS del 26.01.2018.
Sottoscritto da FIMMG e SNAMI l'AIR 2018
Milano, 24 gennaio 2018
In data odierna si è svolta la riunione del Comitato Regionale per la Medicina Generale il cui ordine del giorno era “confronto sull’AIR”.
All’incontro era presente il DG Welfare dr Daverio che ha aperto la seduta comunicando ai presenti che era giunta in assessorato una proposta di accordo congiunta FIMMG-SNAMI, proposta che successivamente è stata sottoscritta dalle citate sigle sindacali (vedi allegato).
Siamo difronte ad un nuovo scenario della politica sindacale regionale: la FIMMG diventa l’interlocutore privilegiato dello SNAMI, anzi l’unico interlocutore.
Lo SNAMI ha fatto aggiungere una nota a verbale in cui conferma la contrarietà alle delibere regionali riguardanti la presa in carico del paziente cronico.
Credo che sia più che lecito chiedersi per quale motivo un sindacato sottoscriva un accordo che prevede che il PAI venga retribuito esclusivamente ai medici che hanno aderito alla riforma e poi faccia mettere a verbale che è contrario alle delibere sulla cronicità.
Probabilmente nei prossimi giorni arriveranno comunicati che ci spiegheranno che il mancato accordo avrebbe messo a rischio le RAR, etc, etc. La solita minestra trita e ritrita made in FIMMG, usata in occasione di ogni rinnovo dell’AIR per terrorizzare i medici di famiglia e indurli a ritenere inevitabile la sottoscrizione di accordi che definire insoddisfacenti è puro eufemismo.
Al di là dei futuri bizantinismi altrui, rimangono i fatti che sono chiari ed inequivocabili:
- il nuovo AIR non sarebbe stato approvato senza la firma dello SNAMI
- lo SNAMI ha deliberatamente scelto come unico interlocutore sindacale la FIMMG
Il SIMeT deciderà nei prossimi giorni cosa fare partendo dal presupposto che l’AIR, essendo stato sottoscritto da SNAMI e FIMMG, è applicativo.
Probabilmente metteremo una firma tecnica per poter partecipare ai tavoli aziendali, sicuramente continueremo la nostra battaglia in sede giudiziaria e valuteremo, con il nostro avvocato, se impugnare anche la parte di AIR che riguarda la stesura del PAI per i pazienti cronici.
Antonio Sabato