Riforma del SSR lombardo: la posizione del SIMeT
Con la delibera X- 6164 del 30 gennaio 2017, i pazienti cronici sono stati suddivisi in tre livelli di complessità decrescente: il primo livello, il cosiddetto “cassetto rosso”, in cui sono stati inseriti circa 150.000 cittadini; il secondo livello, il cosiddetto “cassetto giallo” in cui sono stati inseriti circa 1.300.000 cittadini; il terzo livello, il cosiddetto “cassetto verde”, in cui sono stati inseriti 1.900.000 cittadini.
Con la delibera X – 6551 del 4 maggio 2017 vengono definiti i ruoli del medico di famiglia nel nuovo contesto:
- MMG Gestore ➢ può assumere il ruolo di gestore del paziente cronico non singolarmente ma organizzandosi in forma associata con altri MMG nella costituzione di cooperative;
- MMG Co-gestore ➢ il MMG singolo può candidarsi come co-gestore, comunica formalmente alla ATS la propria disponibilità ad assumere tale ruolo e a collaborare con i soggetti gestori e può redige il PAI ma solo se lo consente il gestore che comunque è il soggetto che assume la titolarietà del processo di cura;
- MMG che non partecipa al modello di presa in carico ➢ al MMG viene trasmesso dal soggetto gestore, per la condivisione informativa, il PAI dei propri pazienti. Il MMG formula il suo parere, sempre limitatamente alle prestazioni contenute nei set di riferimento; il medico specialista può, motivando, non recepire le eventuali osservazioni fornite dal MMG. In questo caso il MMG ha facoltà di segnalare all’ATS il disaccordo.
Siamo di fronte ad un tentativo di cambiamento epocale: si vuole passare dalla cura della persona nel suo contesto sociale e familiare alla cura della patologia, ed in questo modello il rischio è che la medicina generale debba abdicare alla sua funzione di servizio per migrare in una dimensione che storicamente non le appartiene, quella degli affari.
Noi riteniamo, confortati in questo convincimento da numerosi articoli dell’ACN, che la figura in possesso della titolarietà del processo di cura di tutti i cittadini, compreso i pazienti cronici, sia rappresentata solo ed esclusivamente dal medico di famiglia, che svolge la sua attività nelle forme previste dall’ACN.
Noi individuiamo nella politica sanitaria regionale, come peraltro esplicitato in più occasioni da autorevoli consiglieri dell’attuale maggioranza politica della Regione, la volontà di realizzare un sistema di cure primarie in cui la figura del medico di famiglia verrà ridimensionata se non addirittura gradualmente eliminata.
Per questo motivo le nostra posizioni è:
- rifiuto di qualsiasi forma di collaborazionismo con la Regione
- difesa in tutte le sedi previste dall’ordinamento giudiziario del ruolo e delle funzioni del medico di famiglia nel modo previsto dall’ACN.
Chi non è d’accordo con le politiche sanitarie regionali deve fare una scelta di campo e, coerentemente, deve sostenere quelle forze sindacali che, come il SIMET, si oppongono alla privatizzazione delle cure primarie per tutelare la salute dei cittadini ed il futuro dei medici di famiglia.
Rinnovato il vertice del SIMeT Regionale
Il 6 maggio il direttivo regionale del sindacato ha eletto i nuovi vertici regionali:
Giancarlo Testaquatra Segretario
Galdino Cassavia Vice Segretario e Responsabile Area Dirigenti
Antonio Sabato Responsabile Area Medicina Generale
Vincenzo Casadonte Tesoriere
Paolo Marconi Rappresentante Area Digirenti
Enrico Pozzato Rappresentante Medici di Continuità Assistenziale
Fiorentino Cuppone Curto Revisore dei Conti
Giovanna Rizzo Revisore dei Conti
Nella professione esiste una “questione etica” che deve essere necessariamente affrontata e risolta
Nel mese di ottobre 2016 il SIMET, insieme a CGIL, Cisl e UIL medici, sottolineò la necessità di un codice etico che prevedesse, con specifico riferimento all’ENPAM, l’incompatibilità “tra incarichi in più consigli di amministrazione, a maggior ragione se “scatole cinesi” della stessa Fondazione”. Si evidenziava inoltre nel comunicato come fosse “gravemente inopportuno affidare incarichi direttivi o esecutivi o di rappresentanza e decisione, comunque denominati, a professionisti che contemporaneamente mantengano una carica dirigenziale ai massimi livelli nazionali nelle associazioni sindacali di categoria” e come fosse indispensabile fissare un tetto retributivo per detti incarichi.
A parere del sottoscritto il discorso non può pero essere limitato solo all’ENPAM; è necessario che ci sia incompatibilità tra il ruolo dirigenziale all’interno delle organizzazioni sindacali di categoria da una parte e le nomine all’interno del consiglio dell'Ordine dei Medici dall’altra.
ENPAM e Consiglio dell’Ordine dei Medici sono solo la punta dell’iceberg della questione etica.
Il rispetto degli organismi istituzionale deve esserci a tutti i livelli di rappresentanza e di contrattazione: è indispensabile che accordi aziendali e/o regionali siano discussi e sottoscritti esclusivamente ai tavoli individuati negli accordi stessi. Fingere di concordare nelle sedi preposte decisioni già assunte in altre stanze con solo parte della rappresentanza di categoria viola il rispetto per le minoranze che è alla base del concetto stesso di democrazia
Antonio Sabato
Responsabilità professionale: il testo della legge 24/2017
In allegato il testo della legge sulla responsabilità professionale.