Il 14 gennaio lo SNAMI, il giorno dopo nell’ordine SMI e INTESA SINDACALE, hanno firmato, dopo alcune modifiche, il nuovo AIR già siglato a fine 2014 dalla solo FIMMG.

La sequenza non è casuale, INTESA SINDACALE ha sottoscritto un accordo che suscita più di una perplessità solo per poter partecipare ai tavoli della contrattazione aziendale, apponendo la cosiddetta “firma tecnica”.

La trattativa per il rinnovo dell’AIR era iniziata diversi mesi fa, e la prima bozza presentata dalla Regione era veramente indigeribile: veniva proposta la nascita delle AFT e delle UCCP scaricando per intero i costi sulla medicina generale, con i medici di famiglia che avrebbero visto la riduzione dei compensi a fronte di compiti aggiuntivi, per lo più burocratici.

In un primo tempo il fronte sindacale si è mostrato compatto e la Regione ha dovuto più volte modificare il testo dell’AIR proposto.

Il 23 dicembre, con una tempistica che non merita commenti, è arrivata l’ultima bozza di accordo regionale sottoscritta alcuni giorni prima della fine dell’anno dalla sola FIMMG.

Tale decisione è stata giustificata dalla FIMMG con la necessità di garantire l’erogazione delle RAR finalizzate principalmente al pagamento del personale di studio (segretaria ed infermiera), ma SMI e NTESA SINDACALE hanno firmato il 15 gennaio e solo il 16 l’accordo è stato portato in giunta per la sua approvazione. Questo dimostra senza ombra di dubbio che non c’era nessuna fretta e nessuna necessità di rompere l’unità dell’azione sindacale.

La versione del 23 dicembre è stata ritenuta non accettabile dalle altre OO.SS, con in testa la componente SIMET di INTESA SINDACALE, principalmente per 2 motivi:

    1)  il pessimo segnale che proviene dalla soppressione dell’incentivo regionale di 1.76 € destinato ai medici impegnati nelle ADI e nelle ADP. Purtroppo è un rituale che si ripete nel tempo; da una parte si riempiono pagine di giornale con proclami in difesa della fragilità, della non autonomia, del potenziamento delle cure domiciliari, e dall’altra incoerentemente vengono assunte decisioni che vanno in tutt’altra direzione;

    2)  il fondo a riparto di 1 milione di euro per i medici che raggiungeranno l’obiettivo del 50% delle ricette elettroniche prescrivibili valido solo per il 2015. Questo fondo ha preso il posto, nell’ultima versione di AIR presentata dalla Regione, della cosiddetta “centrale unica di acquisto”, in cui dovevano essere convogliati i risparmi derivanti dalla dematerializzazione della ricetta per essere destinati alla “fornitura e manutenzione delle postazioni di lavoro (hardware e software)” (dicitura della versione dell’AIR del 2 dicembre 2014)).

Della fornitura e manutenzione delle postazioni di lavoro – hardware e software – ne avrebbero usufruito tutti i medici e non solo per il 2015, a cominciare da quelli che iniziano l’attività di medico di famiglia con pochi assistiti e hanno più spese che ricavi, e non solamente un ristretto numero di fortunati che possono usufruire di un’adeguata connessione internet.

Inoltre, particolare non di scarsa rilevanza, le risorse destinate alla medicina generale sarebbero state molto più ingenti.

Secondo dati forniti da “IL GIORNALE”, infatti, il costo di ogni singola ricetta è di 40 centesimi.

Se in 300 giorni lavorativi ognuno dei 6800 medici di famiglia della Lombardia emetterà 2 ricette dematerializzate al posto di quelle rosse, la Regione risparmierà 1.632.000 € !!!

Questo fondo a riparto è un danno per i medici e rappresenta un pessimo esempio di gestione delle risorse pubbliche.

Nel documento siglato il 15 gennaio sono presenti 2 importanti novità:

   1)  affrontare entro giugno 2015 la valorizzazione di ADI e ADP

  2)  l’impegno della Direzione Generale ad effettuare studi di fattibilità in merito all’individuazione di modalità di gestione dei sistemi informativi dello studio a livello centralizzato da proporre alla categoria;

si è inoltre ottenuto:

-  che il 25% di incremento dell’indennità informatica non sia una variabile in funzione dei desiderata delle ASL ma una quota fissa da erogare ad ogni singolo medico prescrittore delle ricetta elettronica;

-  che, per quanto riguarda il governo clinico, per ricevere i 3.08 € per assistito previsti dall’ACN è sufficiente l’adesione ad un solo progetto clinico a fronte dei 2 preventivati nella versione del 23 dicembre.

Rimane il rammarico per la scelta solitaria della FIMMG; con l’unità del fronte sindacale si sarebbe potuto sicuramente ottenere di più.

Nel corso del 2015 avremo modo di valutare l’affidabilità o meno della Direzione Generale; certo è che accordi precisi a fronte di generiche assunzioni d’impegni avrebbero meglio tutelato i medici di famiglia 

   

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