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Categoria: Notizie
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Approfittando della situazione emergenziale causata dalla pandemia da Covid 19, alla SISAC è stato sottoscritto l’ennesimo accordo sbagliato e dannoso per i medici di medicina generale la cui responsabilità ricade unicamente sulla Fimmg e la Cisl Medici guidata da Biagio Papotto.

Papotto, con un atto inspiegabile, peraltro l’ultimo di una lunga serie perpetrati negli ultimi 2 anni ai danni delle sigle sindacali che compongono Intesa Sindacale, nonostante la forte contrarietà espressa dal SIMET e dalla FP-CGIL Medici, ha sottoscritto insieme alla Fimmg un accordo che, tra le altre cose, prevede l’obbligatorietà dell’esecuzione dei tamponi rapidi negli studi dei Medici di Medicina Generale.

Il segretario nazionale del SIMET, Mauro Mazzoni, si è dissociato pubblicamente dall’iniziativa dichiarando che “ l’accordo non garantisce la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Inoltre, come diciamo da sempre, occorre potenziare i servizi e non fare accordi separati con le categorie alterando gli accordi già presi. Per quanto sopra, non avendo trovato delle condizioni idonee, il SIMET non ritiene l’accordo sottoscrivibile”.

Per quanto riguarda la Parte Pubblica, a guida lombarda, c’è da sottolineare la prosecuzione di un atteggiamento miope e l’assoluta incapacità di prevedere e programmare i fabbisogni sanitari dei cittadini che nella nostra regione è iniziato nel 2000, con l’AIR in cui fu innalzato, con la complicità di fimmg e snami, il rapporto ottimale da 1/1000 cittadini ad 1 medico ogni 1500 cittadini, con il conseguente blocco dell’accesso alla Medicina Generale per 8 anni, che è la principale causa della carenza di Medici di Famiglia nella nostra regione.

L’obbligatorietà di esecuzione dei tamponi per la ricerca del SARS-CoV-2, probabilmente spingerà molti colleghi vicini alla pensione, ad anticipare l’uscita dal SSN; si tratta infatti di soggetti ultrasessantacinquenni e quindi ad alto rischio di serie conseguenza per la propria salute in caso di contagio.

Proprio un’idea geniale, quella di provocare la diminuzione del già insufficiente numero di Medici di Medicina Generale nel corso di un’emergenza sanitaria.